Come Jannik Sinner affronta la pressione in campo, sfide personali e il suo impegno nella beneficenza e nella ricerca contro il cancro.
Jannik Sinner, il giovane tennista italiano dal grande talento, si è raccontato al Corriere di Torino durante la presentazione del Calendario Lavazza 2025.
Il campione ha parlato della sua esperienza nel gestire la pressione: «Beh, qualche racchetta da ragazzino l’ho rotta anche io… Bisogna accettare anche la fatica, la tensione. L’aspirazione è raggiungere l’equilibrio, sempre. Sia di testa, sia di fisico. Oggi ad esempio sto cercando di mettere su qualche chilo in più di muscoli».
Sinner e la sfida della pressione sul campo
Sinner ha descritto la pressione come una componente fondamentale della vita e del gioco: «Qualcuno di noi la vive in campo, e a me non dispiace. È sempre una buona opportunità per mostrare qualcosa di diverso nel mio gioco, magari per migliorarlo. Mal che vada, noi giocatori perdiamo una partita. Se sbaglia un medico, ad esempio, è molto peggio…».
Il team, il doping e l’impegno sociale
Negli ultimi mesi, Sinner ha affrontato anche una situazione difficile legata ad accuse di doping, per le quali è stato assolto, ma su cui pende un ricorso. Riflettendo sul significato del team, ha affermato: «Senza il team non si può fare nulla, e soprattutto nei momenti difficili abbiamo tutti bisogno di aiuto. Il confronto fa crescere, dentro e fuori il campo. È però vero che alla fine scelgo io per me stesso…». Oltre al tennis, Sinner è impegnato anche in ambito sociale.
La sua visita all’Istituto di Candiolo-Irccs per sostenere la campagna “Un Ace per la Ricerca” dimostra la sua dedizione verso cause umanitarie e mediche. In tale occasione, Allegra Agnelli, presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, ha dichiarato: «Con Jannik Sinner e Intesa Sanpaolo al fianco della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, lanciamo un grande progetto con l’obiettivo di dare un nuovo e significativo contributo alla sconfitta del cancro: nasce la Biobanca dell’Istituto di Candiolo – Irccs».